Gioco d’azzardo in adolescenza

Il gioco d’azzardo appare a molti come un innocuo hobby, un modo come altri per divertirsi sia da soli che in compagnia. La realtà è che il gioco d’azzardo può facilmente assurgere a vera e propria dipendenza, una dipendenza particolarmente problematica che può generare esiti negativi sia alla persona che agli individui a cui è legata.

Questo comportamento è stato particolarmente studiato negli ultimi anni, nel computo delle nuove dipendenze, ed è stato nosograficamente classificato nel DSM-5 come disturbo da gioco d’azzardo (APA, 2013) legandolo principalmente agli adulti. Ciò su cui si dovrebbe riflettere, secondo quanto rilevato da vari autori (Volberg e coll., 2010), è che il fenomeno del gioco d’azzardo sta coinvolgendo in misura sempre maggiore anche giovani adulti e adolescenti.

Gioco d’azzardo in adolescenza: quali sono i rischi?

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Uno studio recente ha evidenziato il fatto che tra gli adolescenti siano i maschi a risultare più coinvolti nelle attività di gioco d’azzardo rispetto alle loro controparti di sesso femminile (Calado e coll., 2017), un divario che tende comunque a diminuire con l’età adulta.

Rispetto a qualche anno fa, inoltre, va considerato che oggi sono moltissime le opportunità di gioco facilmente accessibili, e particolarmente pubblicizzate, che contribuiscono a rendere maggiormente vulnerabile l’attuale generazione di adolescenti e giovani adulti (Gupta e Derevensky, 2000).

Quello che sembra nascere come innocuo hobby, può mutare in una dipendenza problematica (Afifi e coll., 2010), causa di diversi esiti negativi come:

  • scarso rendimento scolastico,
  • lesioni autodirette e/o eterodirette,
  • incremento della violenza nella relazione con l’eventuale partner.

Considerati gli importanti costi sociali e l’emergente gravità del gioco d’azzardo, la ricerca ha indagato sui meccanismi psicologici alla base di questo comportamento, sia negli adolescenti che adulti. Sono stati inclusi, in tali ricerche:

  • i domini di personalità (Passanisi e coll., 2019; Tackett e coll., 2014),
  • gli atteggiamenti relazionali (Pace e coll., 2013),
  • l’impulsività (Grant e coll., 2016),
  • le distorsioni cognitive emergenti (Johansson e coll., 2009).

Gioco d’azzardo: tratti di personalità e strategie di coping negli adolescenti

Le evidenze emerse dalle ricerche ci indicano chiaramente che negli adolescenti sia il narcisismo che la competitività vanno a influenzare la propensione al gioco d’azzardo. In particolare, i tratti del narcisismo di tipo grandioso (uno dei due sottotipi di narcisismo, l’altro è il “vulnerabile”) sono emersi in associazione a comportamenti esternalizzanti, come la tendenza al crimine e il gioco problematico (Miller e coll, 2010).

L’insorgenza della franca dipendenza comportamentale del gioco d’azzardo è influenzata da specifiche caratteristiche di personalità, e ciò è dimostrato dal ruolo di specifiche variabili, come:

  • la tendenza alla competizione con i coetanei, che diventa una esigenza attraverso la quale mostrare la propria “grandiosità”;
  • la messa in atto di strategie di coping autoreferenziali.

In altri termini, il desiderio di aumentare i livelli di autostima del giocatore d’azzardo va a motivarne i livelli di competizione (Ryckman e coll., 1997) e tale comportamento viene poi ripetuto come meccanismo di coping disfunzionale (Kardefelt-Winther e coll., 2017) in risposta a eventi stressanti. Ciò significa che i giocatori d’azzardo utilizzerebbero come strategia di regolazione delle proprie emozioni il gioco stesso, oltre a regolare gli stati di attivazione fisiologica e allontanado (distraendo) i problemi e le emozioni indesiderate (Nower e coll., 2004).

I giocatori d’azzardo problematici adolescenti adottano soprattutto strategie di coping orientate all’evitamento, rispetto ai loro coetanei sani (Bergevin e coll., 2006).

Gli elevati livelli di narcisismo rimandano a una motivazione intrinseca del gioco d’azzardo tra i maschi adolescenti, legata all’affermare la propria superiorità rispetto al gruppo dei pari.

Anche in letteratura sono emerse associazioni tra costrutti simili alla rivalità narcisistica e i comportamenti di gioco d’azzardo (Vecchione e coll., 2018), come:

  • bassa stabilità emotiva,
  • impulsività,
  • machiavellismo,
  • psicopatia.

Infatti, il gioco d’azzardo aiuta a respingere stati affettivi negativi (Blaszczynski & Nower, 2002) consentendo la soddisfazione impulsiva dei ptopri bisogni (Passanisi e Pace, 2017).

Il gioco d’azzardo come strategia di coping per provare a gestire le difficoltà personologiche individuali

Tra gli individui estremamente competitivi, il gioco d’azzardo diviene occasione per evitare di “affrontare” alcune problematiche individuali. Oltre a risultare una strategia di coping adottata per gestire le difficoltà individuali che hanno incentivato tale condotta (ad es. il desiderio di aumentare la propria autostima e il senso di controllo), consente l’evitamento delle conseguenze spiacevoli emerse a seguito dell’insorgenza della dipendenza, come le difficoltà nelle relazioni sociali e i problemi economici (sia personali che, spesso, familiari).

A conclusione di questo articolo, si comprende l’importanza di indagare il significato del comportamento di gioco d’azzardo problematico nel contesto adolescenziale, fase di vita nella quale ogni condotta ha una valenza comunicativa.

In questo senso, il gioco d’azzardo problematico potrebbe essere legato ad uno scarso sviluppo di strategie adattive per fronteggiare i problemi, che rimandano a loro volta ad un elevato narcisismo, sentimenti di superiorità e tendenza alla competizione estrema tra pari.

Ricorrere all’intervento di uno psicologo può aiutare adolescenti e genitori ad affrontare il tema del gioco d’azzardo patologico.


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Crediti immagini: Keenan Constance, Eddy Billard