In questo articolo si parla di bugiardi patologici. La menzogna patologica, nota anche come pseudologia fantastica o mitomania, è una condizione psicologica in cui la tendenza a mentire diventa cronica, automatica e spesso incontrollabile. Non si tratta di semplici bugie dette per convenienza: il bugiardo patologico crea una vera e propria narrazione parallela della realtà, compromettendo seriamente le relazioni affettive, amicali e professionali.
Mentire è, in una certa misura, un comportamento umano comune. Piccole omissioni, mezze verità o bugie bianche fanno parte della quotidianità relazionale. Tuttavia, quando la menzogna diventa un automatismo persistente e incontrollabile, si entra nel territorio della pseudologia fantastica, o mitomania: un quadro clinico in cui l’individuo mente in modo reiterato, spesso senza un vero scopo apparente, fino a perdere il contatto con la realtà dei fatti.
Chi soffre di questo disturbo costruisce veri e propri mondi paralleli, raccontando storie dettagliate, complesse, a volte grandiose, che appaiono verosimili ma sono totalmente fittizie. Non si tratta di fantasia creativa o di narrazione esagerata, ma di una compulsione profonda che risponde a bisogni psicologici irrisolti.
Un esempio classico è quello di una persona che afferma di avere titoli di studio mai conseguiti, esperienze lavorative prestigiose ma inesistenti, o malattie gravi che però nessun medico ha mai diagnosticato. In questi racconti, la persona può mostrarsi estremamente convincente, arrivando in alcuni casi a credere sinceramente alle proprie invenzioni.
Chi è il bugiardo patologico: tratti distintivi e segnali ricorrenti
Il bugiardo patologico si distingue per una serie di caratteristiche che, con il tempo, diventano evidenti a chi lo circonda:
- Mente con frequenza anche su questioni di poco conto, non necessariamente per trarne vantaggio.
- Presenta una narrazione della realtà costantemente alterata, spesso incoerente nel lungo periodo.
- Tende a negare l’evidenza anche di fronte a prove oggettive.
- Mostra difficoltà nell’assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
- Spesso manifesta comportamenti manipolativi per mantenere il controllo sulle relazioni.
A livello relazionale, queste caratteristiche generano un clima di ambiguità e sfiducia. I racconti del bugiardo patologico possono inizialmente affascinare o incuriosire, ma col tempo lasciano l’altro in uno stato di confusione costante, tra sospetto e delusione.

Bugie patologiche in famiglia e nelle amicizie: un veleno silenzioso
Quando la menzogna cronica si insinua nella vita familiare, gli effetti possono essere laceranti. Prendiamo ad esempio il caso di Marco, padre di due figli, che racconta quotidianamente piccole e grandi menzogne: dice di lavorare per un’importante azienda, mentre in realtà ha perso l’impiego da mesi; mente sulle spese familiari, creando squilibri economici difficili da gestire; inventa impegni per evitare responsabilità domestiche.
Il risultato è un contesto relazionale segnato da sfiducia, incertezza e tensione costante. I figli crescono in un ambiente dove la verità è un concetto elastico e poco affidabile, mentre il partner si trova progressivamente svuotato, disorientato, incapace di distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è.
Anche in ambito amicale, le conseguenze non sono meno gravi. Sara, ad esempio, è una giovane donna brillante, ma incline a raccontare aneddoti inventati su viaggi mai fatti, relazioni con personaggi noti e malattie gravi. All’inizio gli amici provano compassione, poi iniziano a notare le incongruenze. Alcuni si allontanano in silenzio, altri affrontano la questione apertamente, ottenendo solo nuove menzogne come risposta. Col tempo, Sara si ritrova isolata, prigioniera delle sue stesse storie.
Il bugiardo sul lavoro: quando l’inaffidabilità compromette il contesto professionale
Nel contesto lavorativo, la presenza di una persona che mente in modo sistematico può causare danni ingenti, non solo a livello di performance ma anche sul piano umano e organizzativo.
Immagina un collega che afferma di aver completato un progetto che in realtà è fermo da settimane, o che si prende il merito del lavoro altrui. Oppure un manager che promette bonus o avanzamenti mai autorizzati. In tutti questi casi, la fiducia – che rappresenta la colonna vertebrale delle dinamiche professionali sane – si sgretola rapidamente. Il risultato può essere un ambiente di lavoro tossico, dove ogni dichiarazione viene messa in discussione e il clima collaborativo si spegne, lasciando spazio a sospetto, frustrazione e burnout.
Perché si mente in modo compulsivo: le radici psicologiche della pseudologia
Comprendere le cause profonde di questo comportamento è essenziale, soprattutto per chi, nel tentativo di aiutare, rischia di cadere in giudizi moralistici o superficiali. Dietro la menzogna patologica, infatti, si celano quasi sempre ferite psichiche irrisolte.
Tra le cause più frequenti troviamo:
- Traumi infantili:
esperienze di trascuratezza, umiliazione o abuso possono spingere il soggetto a costruire un’identità alternativa, più accettabile o “ammirevole”. - Bassa autostima:
chi mente compulsivamente spesso si percepisce come inadeguato e sente il bisogno di essere amato per una versione idealizzata di sé. - Disturbi della personalità:
in particolare quelli di tipo borderline o narcisistico, dove l’identità è fragile e instabile. - Ansia da prestazione sociale:
in alcuni casi, le bugie nascono dal terrore di non essere all’altezza delle aspettative altrui.
È importante sottolineare che la menzogna patologica non è una scelta razionale. Il soggetto mente non perché vuole ingannare, ma perché non riesce a tollerare la realtà così com’è. La bugia diventa quindi un rifugio, una forma disfunzionale di regolazione emotiva.

Come affrontare un bugiardo patologico: strategie relazionali efficaci
Quando ci si trova in relazione con una persona che mente in modo patologico, è normale provare frustrazione, rabbia e senso di impotenza. Tuttavia, affrontare la questione richiede un approccio calibrato e non impulsivo.
Ecco alcune indicazioni utili:
- Mantenere la calma: reagire con rabbia o sarcasmo rafforza i meccanismi difensivi dell’altro e lo allontana dal confronto autentico.
- Non cercare la confessione a tutti i costi: insistendo per “far ammettere” la bugia, si ottiene spesso una nuova menzogna o una chiusura.
- Focalizzarsi sui comportamenti: invece di interpretare le intenzioni, è più efficace parlare di ciò che è oggettivamente osservabile.
- Stabilire confini chiari: proteggere se stessi è fondamentale. Dire “questo comportamento mina la nostra relazione” può avere più impatto che accusare di falsità.
- Proporre un aiuto: suggerire il supporto di uno psicologo non come accusa, ma come possibilità concreta di cambiamento e miglioramento personale.
Terapia per la menzogna patologica: un percorso possibile
Il trattamento della menzogna patologica richiede un intervento psicoterapeutico strutturato. Non si tratta di “convincere” la persona a dire la verità, ma di accompagnarla in un processo profondo di consapevolezza, elaborazione del dolore e ricostruzione identitaria.
Attraverso la psicoterapia, è possibile:
- Esplorare le esperienze precoci che hanno alimentato il bisogno di mentire
- Riconoscere i meccanismi automatici che portano alla distorsione della realtà
- Lavorare sull’autostima e sull’accettazione autentica di sé
- Sviluppare modalità relazionali basate sulla fiducia e sulla trasparenza
Il percorso non è semplice, né rapido. Ma è assolutamente possibile. E in molti casi, il primo segnale di cambiamento arriva proprio quando la persona inizia a raccontare la verità, anche solo in uno spazio protetto come quello terapeutico.
Quando la menzogna diventa una prigione, la verità può essere liberatoria
La bugia patologica non è solo un vizio o un’abitudine da correggere, ma un sintomo profondo di un disagio psichico che merita attenzione, ascolto e comprensione. È un fenomeno che danneggia non solo chi lo agisce, ma anche chi ne è vittima, generando una rete di relazioni fragili, frustrate e spesso dolorose.
Se ti riconosci in questi comportamenti, o se una persona a te vicina presenta queste dinamiche, non è mai troppo presto – né troppo tardi – per chiedere aiuto. Consultare uno psicologo esperto può rappresentare una svolta importante, un’occasione per interrompere il ciclo della menzogna e iniziare a costruire relazioni più vere, stabili e gratificanti.
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Crediti immagini: wayhomestudio, 8photo, freepic.diller